La Fogheraccia di San Giuseppe, un rito di ieri e di oggi in Valconca

Se passate per la Valconca la notte del 18 marzo la vedrete punteggiata di fuochi che illuminano la campagna, creando un’atmosfera a tratti surreale.

Se avete la fortuna di avvistarne, fermatevi e assistete ad uno degli antichi riti della Romagna, la Fogheraccia.

Origini e Significato della Fogheraccia

La Fogheraccia è una tradizione legata San Giuseppe: nella notte tra il 18 ed il 19 marzo si accendono i fuochi per festeggiare questa ricorrenza.

La festa però affonda le sue origini nel paganesimo ed è legata al solstizio di Primavera ed ai raccolti.

L’usanza di bruciare legni e sterpaglie, infatti, era un rito purificatore per propiziare la fertilità dei terreni e tenere lontano il gelo che poteva sopraggiungere improvviso a marzo e gelare le prime gemme degli alberi e dei raccolti, segnale di un tempo in cui l’uomo e la natura dialogavano attraverso simboli potenti come il fuoco.

L’usanza era anche un momento di aggregazione, le famiglie si riunivano intorno al fuoco a festeggiare, tra canti, musica, ciambella e buon vino.

Ricordiamo tutti una delle prime scene di Amarcord dove i protagonisti festeggiano intorno alla pira accesa, mentre sulla sua sommità brucia il fantoccio di una vecchia che rappresenta l’inverno che se ne va.

Un’eredità immortale, il Premio di Poesia Dialettale “Giustiniano Villa”

L’importanza dell’opera di Giustiniano Villa risiede non solo nel suo valore letterario ma anche nel suo contributo al dialogo sociale, offrendo uno spaccato autentico della vita dell’epoca.

Le sue poesie, arricchite da un profondo senso di empatia e da una critica sociale pungente, continuano a essere un prezioso testimone del passato, invitando alla riflessione sulle questioni di ieri e di oggi.

Nel 2024 ricorrono i 105 anni dalla scomparsa di Giustiniano Villa.

Le sue zirudèle sono ancora oggi un patrimonio prezioso per la cultura locale, capace di far rivivere un’epoca passata e di trasmettere intatti i valori di una terra ricca di tradizioni.

A San Clemente, suo paese natale, si tiene ogni anno il Premio di Poesia Dialettale “Giustiniano Villa”.
Il Comune stesso promuove e sostiene l’evento di cui è curatore Claudio Casadei, a testimonianza dell’eredità immortale e del suo ruolo di poeta del popolo.

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